Qi Gong della Via dell'Acqua


Dalle sue origini, migliaia di anni fa, il Qi Gong si è sviluppato in vari ambiti e ha dato origine a innumerevoli tipi di scuole. 

Il Qi Gong della Via dell'Acqua affonda le proprie radici nella tradizione taoista, volta alla longevità e alla ricerca di se'; è possibile trovare evidenti riferimenti anche nel Tao Te Ching di Lao Tze.

Si differenzia da altri metodi di Qi Gong, oltre che per la particolarità e la morbidezza delle tecniche, soprattutto per l'intenzione con cui ci si approccia al percorso.
Nella ricerca della più profonda e vera Essenza, la Via dell'Acqua indica un percorso di scoperta di ciò che c'è, ponendo l'accento, più che sulla creazione di sovrastrutture attraverso visualizzazioni o forzature di vario genere, su un lavoro di "lasciar andare" ciò che è in più, superfluo, che crea "rumore", per poter scoprire, ascoltare ed entrare in contatto con il se' più profondo.
Umiltà e semplicità per lasciar andare tutti quei meccanismi di affermazione egoica che ci tengono prigionieri di noi stessi.
La tecnica della Via dell'Acqua che abbraccia pienamente questo concetto è la Dissolvenza.

La Via dell'Acqua è stata portate in occidente dal M° B. K. Frantzis. Dal 1997 il M° Cosimo Mendis l'ha introdotta in Italia integrandola con gli insegnamenti di altri Maestri di Arti Interne Taoiste, come Bernard Langan, ed altre esperienze di ricerca.


Il sommo bene è come l'acqua:
l'acqua ben giova alle creature e non contende,
resta nel posto che gli uomini disdegnano.
Per questo è quasi simile al Tao.
Nel ristare si adatta al terreno,
nel volere s'adatta all'abisso,
nel donare s'adatta alla carità,
nel dire s'adatta alla sincerità,
nel correggere s'adatta all'ordine,
nel servire s'adatta alla capacità,
nel muoversi s'adatta alle stagioni.
Proprio perché non contende
non viene trovata in colpa.

Tao Te Ching - Cap XIII